Il clamore suscitato dalla vicenda dei profughi a Cavallasca, per la quale occorre ora che si dia piena attuazione al regolamento sul volontariato, approvato venerdì scorso in Consiglio Comunale, grazie al quale i migranti potranno svolgere lavori socialmente utili, ha messo in secondo piano altri argomenti che sono stati affrontati quella sera. In particolare uno riguarda il tema delle gestioni associate dei servizi comunali. Sembra un argomento tecnico, in realtà determina la qualità della vita di noi cittadini di Cavallasca perché incide in servizi importanti quali il trasporto verso le scuole, la mensa, i servizi sociali, il pagamento dei tributi, la raccolta differenziata, etc.
Ebbene nonostante i vari Governi, a partire dal 2010, abbiano sollecitato i Comuni con meno di 5000 abitanti, a gestire in forma associata questi servizi, con l'obiettivo di migliorarne la qualità e cercando di diminuirne i relativi costi, il Comune di Cavallasca, ad oggi, è ancora inadempiente. Solo 3 delle 9 funzioni da associare sono state infatti unite in 5 anni di tempo: un risultato davvero fallimentare.
Mancanza di volontà politica? Incapacità? Difficoltà burocratiche? Probabilmente un insieme di tutte (e altre) le cause. La realtà è che Cavallasca è isolata, mentre attorno ci sono Comuni che si sono fusi (Colverde, riuscendo a superare le medesime difficoltà del nostro paese) o che vivono con gli straordinari incassi del parcheggio dell'ospedale di San Fermo ( quasi 1.000.000 di euro annui).
Tutto questo porta a conseguenze, anche nel breve periodo: riduzione dei servizi comunali o aumento delle tasse locali. I tagli statali? Ci sono stati, ma molto meno di quello che la giunta in carica dice e comunque molto meno rispetto agli intendimenti governativi, decisamente più duri.
Insomma niente progetti, niente opere pubbliche, forse neanche il mantenimento dello stato attuale: una responsabilità che è solo da ascrivere alla maggioranza di Ronchetti che non ha dato alla questione il giusto peso che meritava, dapprima snobbandola per poi essere costretta ad ammettere la propria impotenza, gridando “al lupo, al lupo” quando ormai la questione le è sfuggita di mano. Intanto i cittadini di Cavallasca pagano (e pagheranno sempre di più) questa totale mancanza di decisione.
Riccardo Gagliardi