19/05/2015 la Fusione? Una cosa seria

Non più tardi di due mesi fa il vicesindaco di Cavallasca dichiarava ufficialmente in Consiglio Comunale le difficoltà non solo di una fusione con San Fermo, ma anche quella di dare piena attuazione alle aggregazioni dei servizi sui quali le amministrazioni di San Fermo e  Cavallasca  - è bene ricordarlo - risultavano e risultano inadempienti.

Cosa è successo nel frattempo? Cosa ha portato a questa improvvisa accelerazione?

Lo chiediamo in primis al nostro primo cittadino poiché la questione è tanto delicata che imporrebbe la massima trasparenza nel rispetto dei cittadini che sono parte integrante del progetto di fusione.

Non è infatti questione di lana caprina o delle solite minoranze che non vengono coinvolte (ormai ci sono abituate, ndr) ma c’è infatti di mezzo un “potenziale” referendum sulla fusione.

E' quindi vitale informare ADEGUATAMENTE la propria popolazione, prima ancora di parlare di fusione con toni propagandistici, per rendere i propri cittadini consapevoli dell’iter procedurale, dei vantaggi e svantaggi di una fusione comunale tra due Comuni che, nello specifico, hanno proprie caratteristiche e connotazioni.    

Insomma limitarsi a chiedergli che nome preferiscono del nuovo Comune ci sembra un pochettino limitativo, degno più di un quiz televisivo che di un reale processo partecipativo, sminuendo con ciò l'importanza del cittadino ed escludendolo  ancora una volta da processi decisionali così vitali per il futuro del proprio paese.

Di tutto questo, al momento, non si sa assolutamente nulla, a parte le dichiarazioni obbligatoriamente prudenti dei due Sindaci e delle chiacchiere di paese che, inevitabilmente, si basano su sensazioni e non su dati alla mano.    

E’ bene chiarire che “Cavallasca futura” da sempre ha indicato l’esigenza di rafforzare e allargare le sinergie coi paesi vicini; in tempi non sospetti (2011) presentammo un emendamento sulla questione.

Non abbiamo cambiato la nostra opinione: favorevoli eravamo e  favorevoli rimaniamo a progetti di aggregazione.

La differenza non sta nello strumento ma nel come lo si utilizza: una fusione  a freddo e a tavolino è ben diversa da un progetto di partecipazione vera dei cittadini, chiamati a essere protagonisti di una comunità nuova e non semplici spettatori.

Al momento non c’è traccia di tutto ciò;  abbiamo l’impressione che questa fusione – se ci sarà – nasca più da ragioni di urgenza e meno di progettualità vera; i fatti come al solito ci diranno dove sta la verità e saremo contenti di essere smentiti. 

Al momento rimangono sul campo tanti interrogativi.

Ne elenchiamo qualcuno:  come due territori disomogenei (San Fermo ha 32% in più di abitanti al km/quadro)   potranno adattarsi? Con nuove costruzioni a Cavallasca? Come verranno giocati, sui tavoli istituzionali, gli evidenti rapporti squilibrati di forze tra le entrate del Comune di San Fermo e quelle di Cavallasca? Come sarà salvaguardata nel processo di fusione e nelle decisioni future la parte più “debole”? Come verranno gestite le risorse? Attraverso quali criteri? In quale modo verranno distribuiti gli uffici comunali tra i due Comuni? In quale modo i cittadini di Cavallasca, che hanno già perso una banca,  potranno contare su una istituzione vicina? Che futuro avrà Villa Imbonati? Come verrà ridisegnata la pianta organica dei dipendenti pubblici, i loro ruoli e le loro responsabilità?     

Domande che ci auguriamo troveranno adeguate e convincenti risposte, la prima delle quali potrebbe essere la costituzione di una commissione consiliare intercomunale con rappresentanti di maggioranza e minoranza e delle principali associazioni dei due Comuni che studi le tante questioni sul campo.

Se vogliamo uscire dalla politica degli annunci a quella dei fatti ci sembrerebbe un primo importante segnale di concretezza e di progettualità politica vera.  

 

Riccardo Gagliardi e Gianni Gaspa

“Cavallasca Futura”