27/05/2014 Le città sono fatte di ...

Le città sono fatte di tante cose: di memoria, di desideri, di segni, di un linguaggio. Le città sono luoghi di scambio, ma questi scambi non sono solo materiali, sono scambi di idee, di sensazioni, di ricordi.  

 

Del resto, il significato stesso di abitare, che Christian Norberg Schulz ci suggerisce, rimanda alla realizzazione di un rapporto significativo tra l’individuo e l’ambiente, rapporto che diviene reale attraverso un atto di appropriazione e di identificazione (senso di appartenenza) dell’uomo nel luogo in cui si insedia.

Cambia la società, cambia il modo di vivere, ma non può cambiare il rapporto con il proprio territorio.  Vi è quindi un legame atavico con il luogo di nascita, il luogo dove ognuno fonda le proprie radici, dove vive, lavora e cresce i propri figli.

Del proprio luogo, ogni individuo si innamora, ne sente l’odore più intimo e si arrabbia quando viene violato, deturpato o peggio, trasformato cancellandone i caratteri salienti senza alcuna attenzione.

Se comprendiamo tutto ciò, allora il nostro “luogo” non si limita più al giardino di casa nostra, ma diviene qualcosa di ben più ampio assumendone i confini del proprio sentire.  Il nostro desiderio – il nostro impegno - è quindi quello di far crescere l’idea che il paesaggio, l’ambiente, un bosco o, più semplicemente una strada, per ciò che rappresentano, siano patrimonio di tutti.

D’altro canto sappiamo bene, che un paese raffigura anche il luogo di lavoro, dell’abitare e del divertimento.  Elementi che completano e contribuiscono al piacere di vivere ed avere relazioni con il prossimo.  In altre parole alcuni fattori, spesso in antitesi tra loro, risultano determinanti per la qualità della vita e la vivibilità di un territorio.

Solo la partecipazione critica e propositiva dell’uomo, può contribuire alla scelta più equilibrata, scelta che pone il cittadino al centro dell’idea di trasformazione del territorio, arbitro del proprio destino, ma anche delle generazioni future.   Tale consapevolezza e la portata conseguente dell’evento è per noi amministratori essenziale ben sapendo che non stiamo parlando di scelte unicamente politiche, ma scelte che condizioneranno nel bene e nel male la vita sociale ed economica dei propri cittadini.

Questo è il nostro futuro, un futuro che parte da presupposti e peculiarità evidenti e che, sempre più, dobbiamo sviluppare, migliorare e far crescere, allo scopo di rendere il paese di Cavallasca il posto migliore dove vivere, nel senso più completo del termine.

 

Consigliere Giovanni Gaspa