Quando sono tornato a Cavallasca nel 1998, dopo un periodo passato a San Fermo, avevo in testa il paese che conoscevo anni prima, i boschi della Spina Verde, una realtà sociale ricca e variegata e Villa Imbonati, che per molti ragazzi come me, rappresentava un luogo magico e pieno di fascino. In quel contesto avevo frequentato la scuola elementare, fatto amicizie, conosciuto e amato la bellezza della natura, iniziato i miei primi impegni sociali nella parrocchia.
Alcune di quelle cose oggi sono rimaste, soprattutto per quello che mi hanno insegnato e per i valori che mi hanno trasmesso: impegno, lealtà, solidarietà, rispetto per la persona e le sue opinioni, amore per la natura.
Molte altre sono cambiate, ad una velocità impressionante.
Me ne sono accorto anche nei miei cinque anni di esperienza amministrativa di consigliere comunale a Cavallasca, che seguivano agli anni di impegno a San Fermo, nelle vesti di presidente della Biblioteca, ed alle felici esperienze nel volontariato e nel mondo della cultura. Si passava infatti dal dinamismo della Giunta precedente alla passività di quella che subentrava. Vedevo sfumare tante occasioni per migliorare la vita di Cavallasca. Mi dispiacevo nel prendere atto di un’amministrazione sempre più lontana dai propri cittadini, assente rispetto a quel che le succedeva attorno (vedi accorpamenti altri Comuni), priva di un’idea sulla direzione che Cavallasca avrebbe dovuto intraprendere per costruire un futuro certo e tranquillo.
Credo sia arrivato il momento di ridare dignità e un ruolo al nostro paese, alla sua storia ed alle sue persone, che sono la nostra ricchezza. Per farlo occorre certamente una squadra di persone competenti, in cui quelle più esperte si affianchino ai più giovani, ma soprattutto c’è bisogno del senso di responsabilità e dell’impegno di tutti. Offriamo questa occasione di cambiamento ai cittadini di Cavallasca, con serietà, onestà, semplicità, con la forza delle nostre sole idee e la convinzione che sono parte di un progetto credibile e misurabile, sul quale chiediamo di essere giudicati.